Scrivere testi che trattino di materie indologiche vuol dire farei conti con caratteri poco usuali. Un termine sanscrito o hindi translitterato richiede segni particolari, i cosiddetti diacritici, che rendono i suoni tipici dell'area indiana.
Una vocale lunga si scrive con un trattino sopra la lettera come "ā" "Ā", un suono palatale richiede un accento sopra la lettera "ś" "Ś" e un suono cerebrale un puntino sotto "ṭ" "Ṭ".
Questi caratteri devono essere usati in accordo con le regole dello IAST, International Alphabet of Sanskrit Transliteration (http://en.m.wikipedia.org/wiki/International_Alphabet_of_Sanskrit_Transliteration) e vale anche per le lingue che usano un alfabeto di origine brahmì, la scrittura che è considerata all'origine delle scritture usate nel subcontinente asiatico (http://it.m.wikipedia.org/wiki/Brahmi).
La cosiddetta romanizzazione del sanscrito e delle altre lingue è però affare complicato quando si scrive un articolo o un testo che richiede inserimenti frequenti.
Per farlo occorre usare font Unicode che consentono l'inserimento di caratteri speciali (qui i codici http://www.alanlittle.org/projects/transliterator/translittable.html).
Usando un programma come Microsoft Office Word è possibile inserire i caratteri speciali dalla voce "inserisci simbolo" nel menu modifica.
È questa operazione abbastanza complicata e macchinosa se i termini translitterati sono molti.
È quindi possibile assegnare a ognuno di questi caratteri una shortcut e quindi dare comandi di tastiera usando i tasti CTRL, ALT o ALT GR, facendo però attenzione a non usare le combinazioni già assegnate di default dal programma (CTRL S per esempio è usato per salvare il documento, CTRL I per il corsivo, etc.).
Qui un'indicazione utile anche per chi usa Macintosh o vuole utilizzare il linguaggio html: http://www.personal.psu.edu/ejp10/psu/gotunicode/macron.html.
Chi usa Opeoffice o Libreoffice può usare delle estensioni apposite che consentono la stessa operazione, assegnare cioè ai caratteri dell'alfabeto translitterato delle shortcut: https://forum.openoffice.org/it/forum/viewtopic.php?f=8&t=548 e http://it.libreofficeforum.org/node/8301.
È possibile poi usare un programmino abbastanza semplice come ITranslator distribuito gratuitamente da Omkarananda Ashram (http://www.omkarananda-ashram.org/Sanskrit/itranslator2003.htm#req) che tra l'altro consente anche di comporre testi direttamente in scrittura devanāgarī.
In questo caso il sistema per comporre brani di testo translitterato risponde alle logiche del sistema ITRANS Velthuis per cui per una vocale "ā" bisogna scrivere una doppia a (aa), per una consonante cerebrale come "ḍ"bisogna scrivere ".d", etc.
Questo ITRANS Velthuis (http://www.aczoom.com/itrans/html/dvng/node8.html) è uno dei sistemi per translitterare oltre all'Harvard Kyoto (http://en.m.wikipedia.org/wiki/Harvard-Kyoto) e all'Hunterian (http://en.m.wikipedia.org/wiki/Hunterian_transliteration) usato ufficialmente dal governo indiano ed elaborato da William Wilson Hunter Hunter dopo le indicazioni di William Jones e Sahitya Akademi.
Sul web vi sono molte risorse a riguardo e alcuni siti offrono la possibilità di translitterare parole o espressioni:
Infine per chi usa LaTeX interessante la discussione qui: http://www.guit.sssup.it/phpbb/viewtopic.php?t=9754
Per un approfondimento in inglese: http://indology.info/email/members/wujastyk/
E voi che sistema usate per translitterare?
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